DAL RAGGI BIS ALL’INDIPENDENZA DI ROMA SUD

Parliamo del prossimo sindaco di Roma e c’è da divertirsi nell’analizzare i pretendenti, anche se sarebbe meglio definirli sognatori compulsivi.

PREMESSA. Chi si candida a ruoli importanti senza avere la benchè minima competenza è disonesto dentro. Altro che portare avanti il messaggio di “Onestà”.

L’imbarazzante mediocrità della giunta romana guidata da Virginia Raggi è purtroppo davanti ai nostri occhi e costituisce una prova inoppugnabile.

ABISSO. Roma dall’arrivo della Raggi è sprofondata nel degrado e nella sporcizia, con municipalizzate sull’orlo del fallimento, strade e quartieri violenti e insicuri, verde pubblico e parchi incolti, strade e marciapiedi bombardati, autobus dell’Atac in fiamme, scale mobili della metro che crollano.

RACCAPRICCIO. Si viene addirittura travolti dall’orrore nei cimiteri. Al Flaminio le ossa dei defunti stazionano sulle tombe e non riposano dentro i loculi, mentre dei dipendenti infedeli dell’Ama aprono le bare e sezionano i cadaveri con coltellacci per guadagnare con finte cremazioni.

UN ALTRO METRO DI GIUDIZIO. In un Paese normale sarebbe bastato solo uno di questi scandali che asfissiano ed umiliano Roma e il Campidoglio per costringere la Raggi a fare un passo indietro.

COLLA ATTACK. I Grillini, con la Raggi in testa, negano però pervicacemente i problemi e si sono aggrappati alle poltrone con una super colla. Rispondono alle proteste a colpi di propaganda, accusando della loro impreparazione gli altri, soprattutto chi c’era prima. E ad oggi da queste accuse si è salvato solo Giulio Cesare.

BUZZI NON BASTA PIÙ. «Preferivate Carminati e i ladri di prima?». Questo è stato il mantra di centinaia di migliaia di commenti scritti dai fake e troll grillini, per buttare tutto “in caciara” e coprire le magagne di una gestione improvvisata della res publica. Ora però che i romani si sono stufati delle chiacchiere, ai Grillini non rimane che un’ultima carta.

Quella della disperazione: giustificare i guai economici del Comune tirando in ballo Scipione l’Africano, che fu accusato per la sparizione di 5000 sesterzi, ricevuti da Antioco III senza fornire rendiconti all’Erario.

IL PROSSIMO SINDACO. I fatti dimostrano che Roma ha bisogno di un nuovo sindaco, meglio sarebbe un Commissario, che possieda solide competenze dimostrate ed abbia chiare le priorità.
Un nuovo sindaco che per risolvere, ad esempio, il problema della mobilità non si abbandoni a sogni fanciulleschi, come i monopattini che stanno provocando disastri ed incidenti.

INVECE SI GIOCA AL RADDOPPIO. A tal proposito è freschissima la notizia che è stata autorizzata una nuova immissione di monopattini in affitto, che da 4.000 diverranno 10.000. Mentre in tutto il mondo si stanno studiando limitazioni e divieti.

CANDIDATI GRILLINI IN ORDINE SPARSO. Che il Movimento 5 Stelle sia la demagogia ai massimi livelli è cosa nota, come è assodato che i suoi rappresentanti siano dei miracolati della politica con un ego ed una autostima talmente smisurati, tali da farli vivere al di fuori della realtà, in un empireo mentale tutto loro.

A Roma, non a caso, abbiamo il Favoloso Mondo di Virgi, dove (giusto per lei) tutto è bello, bellissimo. È il trionfo della sicumera.

MA QUANNO CE RICAPITA. La famosa frase di Marcello De Vito, intercettata prima del suo arresto, tratteggia nei minimi particolari le pulsioni che stanno agitando in queste ore l’universo grillino, che provate le poltrone proprio non vuole mollarle.

L’AMBIZIONE UCCIDE. A Roma l’M5S si sta polverizzando e non si contano più i municipi dove i Grillini hanno chiuso bottega, eppure in modo inversamente proporzionale aumentano i suoi esponenti che ambiscono alla poltrona di sindaco.

LE VOCI SI RINCORRONO. Tra un si dice e un si sospetta, ecco profilarsi sulla linea di partenza Virginia Raggi, Marcello De Vito e Monica Lozzi. Al momento nessuno di loro però sotto l’insegna della ditta M5S.

VIRGINIA RAGGI aspetta e spera che venga annullato il dogma dei due mandati che le impedisce la ricandidatura. Quello che stupisce è che Virginia sembra incapace di comprendere, anche solo in un angolo del suo cervello, che ricandidarsi significa per lei andare a schiantarsi contro un muro, non riuscendo neppure a passare il primo turno.

DE VITO, incurante della spada di Damocle che incombe sulla sua testa con il pesante processo, sembrerebbe intenzionato a mettere su bottega in proprio.

Poi c’è MONICA LOZZI che è da poco fuoriuscita dall’M5S sbattendo la porta perchè gli ex colleghi non all’altezza hanno distrutto un sogno. Ha deciso di aderire ad Italexit e, visto che ci si trova, chissà se proporrà nel programma capitolino pure l’indipendenza di Roma Sud. Non ci stupirebbe.

GRILLO DIXIT. Dopo giorni, nessuno ha ancora capito se la poesiola in cui i romani sono descritti amabilmente come “gente di fogna” sia a favore o contro la sindaca.

Il comico genovese conosce l’arte della menzogna come forma letteraria e come strumento politico, con lui tutto è vero e tutto è falso. Come lo sono le dichiarazioni del Mo’ Vi mento.

LA VERITÀ è che i romani hanno già archiviato la Raggi e il suo inoperoso e pasticcione modus governandi, che ha prodotto una infinita serie di fallimenti.

Non solo, le hanno anche comminato una pena aggiuntiva: la damnatio memoriae, con la cancellazione di qualsiasi traccia la riguardi. Ad iniziare dalla farneticante targa con il suo nome che ha fatto apporre per i lavori di riverniciatura della galleria della via Olimpica.

AGGIUNGETE ORA IL PD che è riuscito rocambolescamente ad andare al Governo, senza i voti degli italiani, che non vuole mollare le poltrone e che ama talmente tanto i poveri che ogni volta che è al potere ne crea di nuovi.

IL PD È UN PARTITO MODERNO che si occupa di temi nuovi ed importanti e per questo ha archiviato le noiose beghe del passato, quali tutelare l’occupazione e crearne di nuova, far aumentare stipendi e pensioni, costruire case popolari ed ospedali.

Guai poi a parlare con qualcuno del PD di operai e sindacati, sarebbero dolori veri e sareste tacciati di essere dei reazionari revisionisti.

NUOVE LOTTE. Ora il PD è proteso a combattere battaglie epocali molto più importanti, come la scelta delle rotelle per i banchi scolastici, il turismo incoming con i gommoni e la relativa assistenza con apposite cooperative, l’adozione per le coppie gay e la lotta all’omofobia.

IL PATTO DI FERRO. Il PD è in coalizione con i 5 Stelle e sta cercando con loro un’alleanza strutturale per tutte le elezioni, compresa quella del prossimo sindaco di Roma. Una intesa non basata su una ideologia comune, ma sul “facciamo di tutto pur di non far vincere gli altri”.

LO SCOGLIO VIRGINIA. Consapevoli che la Raggi rappresenta una macina al collo e che nelle urne riceverebbe più improperi che voti, PD e M5S si stanno scervellando su come inertizzarla e levarla di torno.

UNA COSA FACILE. In realtà sarebbe una cosa semplicissima, perchè basterebbe applicare la regola dogmatica del secondo mandato e poi tutti a casa. Il problema sta proprio in quel tutti a casa.

Se venisse applicata quasi tutta la vecchia guardia pentastellata si ritroverebbe a spasso. Di Maio, Crimi e Taverna compresi.

TERRORE. C’è chi tornerebbe a fare la cassiera, chi il commesso di un negozio di scarpe e chi, nel più fortunato dei casi, l’archivista. Non si conterebbero poi le domande per l’ottenimento del Reddito di Divananza. Insomma, sarebbe un dramma omerico.

SALVARE CAPRA E CAVOLI. Pensa che ti ripensa, alla fine l’idea è stata trovata: offrire alla Raggi un posto di Sottosegretario di Governo, in cambio della sua rinuncia alla ricandidatura.

L’OPERAZIONE è riuscita, ma il paziente è morto. È un patto scellerato che non tiene minimamente conto che fuori dal Campidoglio pentastellato, Roma sta morendo tra gabbiani che spulciano nell’immondizia, contendendosela con topi e cinghiali, ed alberi che piovono sulla testa dei romani persino a piazza Venezia.

IN ESTREMA SINTESI, c’è una Capitale che sta velocemente scivolando verso il fondo del burrone, senza speranza e senza visione a causa dell’incapacità di un Sindaco per caso e dei suoi sodali.

È DEMENZIALE GARANTIRE un nuovo posto di comando a chi reso la città più bella del mondo il catalogo vivente del degrado.

Ma al PD ed ai 5 Stelle non importa se sei uno che combina disastri e distrugge una città, per loro l’importante è salvare le poltrone ed i relativi stipendi. E DEL RESTO CHISSENE IMPORTA.