ALESSANDRO DI BATTISTA, VIA COL MENTO
Alessandro Di Battista ha affermato di sostenere la ricandidatura di Virginia Raggi. Una garanzia di insuccesso per la Sindaca.
DIBBA, passato in scioltezza da ex catechista della parrocchia di piazza dei Giuochi Delfici ad aspirante rivoluzionario di Ponte Milvio, è famoso tanto per il suo eclettismo, quanto per i sonori fiaschi.
ABBANDONATO il Parlamento con la stessa agilità con cui si è squagliato dalla piccola azienda di famiglia specializzata in ceramiche sanitarie, ha congelato il suo impegno nel Mo’ Vi mento ed ha proditoriamente deciso di dedicarsi alla scrittura di un libro, nonostante soffrisse di evidenti crisi compulsive di “congiuntivite”.
«LEI NON MI INTERROMPI», «Mi facci finire» e «che le banche scrivino» sono solo alcune delle innumerevoli lotte senza quartiere che ha intrapreso con il congiuntivo nel corso delle trasmissioni televisive.
Il SECONDO TRAGICO DI BATTISTA, mutuato dal famoso film di Fantozzi, lo coglie sempre scrittore ma questa volta nei panni del viaggiator cortese. Un altro fallimento.
I risultati sono stati così modesti che il racconto del suo viaggio in America Centrale, per Sky Atlantic, è stato giudicato da Aldo Grasso il peggior programma del 2019.
NON PAGO DELLA BASTONATA ricevuta dalla critica, ha quindi realizzato un reportage in Iran dal titolo “Sentieri Persiani“. Un’opera che noi ci sentiamo serenamente di consigliare a chi soffra di insonnia, perché non da assuefazione. Funziona sempre, anche alla decima visione.
GEPPETTO. Lasciati finalmente penna e microfono, Di Battista si è quindi rivolto alla raspa. Si è appassionato alla falegnameria ed ha frequentato un corso nella provincia di Viterbo.
Di sicuro non passeranno alla storia le sue opere da ebanista, ma di certo rimarrà indimenticabile la sua dichiarazione: «Non mi importa delle prese per il culo violente che mi arriveranno. È fichissimo».
UNA SEGA E VIA. L’esperienza da falegname è durata talmente poco che escludiamo che abbia potuto consumare più di una sega a legno, prima di appendere l’utensile al muro.
A TUTTO COCKTAIL. Questa estate il poliedrico Dibba ha deciso di divenire barman tra i tavoli del «Barretto» sulla spiaggia di Lido Riccio a Ortona, il bar-tavola calda gestito dal cugino.
QUI DI BATTISTA, ci racconta il Corriere della Sera, si è dedicato alla preparazione di un Negroni: gin, vermouth rosso, Campari. Aggiungendo però qualche foglia di menta. Un altro disastro; per fare il barman come si deve, dovrà fare ancora un po’ di strada. Sempre che non si stufi prima.
L’ENDORSEMENT A VIRGI, casomai Dibba ci dovesse leggere, gli spieghiamo che non è una parolaccia e che significa sostegno ad un candidato.
Con la stessa passione che lo ha visto fare l’animatore nei villaggi turistici ed il falegname, il “Che Guevara di Vigna Clara” si è recentemente lanciato in un fervido elogio della prossima ex Prima Cittadina: «Virginia Raggi è una sindaca fantastica».
Uno dei perché: «Ha avuto il coraggio di dire no alle Olimpiadi».
GIÀ QUESTO BASTEREBBE a mandare la Raggi a casa subito, figurarsi poi se possa mai essere un viatico per farla rieleggere.
Siamo molto curiosi di sapere se condividete l’entusiastico giudizio di Alessandro Di Battista sulla Raggi. Fatecelo sapere.
