VIRGI, ANCORA INTIGNI?

Niente da fare, la Raggi sembra vivere in una realtà parallela: il “Fatato Mondo di Virgi”, dove magicamente la rabbia dei cittadini si trasforma in complimenti per lei.

ROBA DA ADOLESCENTI. Nonostante le feroci proteste dei commercianti del centro, che pochi giorni fa le hanno urlato «Noi siamo in rovina e tu pensi ai monopattini», la Sindaca non ha trovato niente di meglio che mettere in piedi l’ennesimo teatrino, stavolta al Colosseo, e presentare un’altra flotta di monopattini. Ottimi per gli adolescenti, ma non la soluzione ai gravissimi problemi del trasporto pubblico.

PASSO INDIETRO. Molte nazioni stanno valutando clamorose iniziative per limitare la circolazione in ambito urbano dei monopattini elettrici.

NEW YORK per motivi di sicurezza ha ufficialmente vietato sia i monopattini a noleggio sia quelli privati. La convivenza nelle strade e sui marciapiedi con pedoni, ciclisti ed automobilisti, è stata considerata impossibile.

IN FRANCIA stanno valutando un possibile stop od il contingentamento, alla luce della casistica relativa agli incidenti che coinvolgono i veicoli della micromobilità.

A PARIGI è un’ecatombe e nove feriti su dieci sono guidatori. Le conseguenze più comuni sono nasi e mascelle rotte, denti spezzati. Non si contano le visite cautelative in ospedale per possibile trama cranico.

INCOMPRENSIBILI RAGIONI. Se all’estero, dove la condizione delle strade è molto migliore dalla nostra, stanno già tornando indietro, ci chiediamo quale mai possa essere il motivo di questa caparbia accelerazione verso i monopattini, piuttosto che in favore delle 1.000 emergenze che attanagliano Roma.

FACILE. Di sicuro per Virginia Raggi è più facile e divertente farsi fare una foto propagandistica al Colosseo piuttosto che potare gli alberi o risolvere il problema mondezza, ma nonostante questo ci appare un’incoscienza permettere ai monopattini di circolare liberamente per Roma, capitale mondiale in fatto di buche, dossi, radici emergenti, sampietrini e segnaletica stradale a dir poco imbarazzante.